index | project | pods | responsabili

NOME


perldata - Tipi di dato in Perl

=head1 DESCRIZIONE

=head2 Nomi di variabile
X<variabile, nome> X<nome di variabile> X<tipo di dati> X<tipo>

Perl ha tre tipi di dati incorporati: scalari, array di scalari e
array associativi di scalari, meglio noti come "hash". Uno scalare
puE<ograve> essere costituito da una singola stringa (di qualsiasi dimensione,
limitata solo dalla memoria a disposizione), da un numero o da un
riferimento a qualcosa (il che viene discusso in L<perlref>). I normali
array sono liste ordinate di scalari indicizzate con un numero intero,
partendo da 0. Le hash sono collezioni non ordinate di valori scalari
indicizzate attraverso una stringa associata ad essi, detta chiave.

Di solito ci si riferisce ai valori o per nome, o attraverso un
riferimento con nome. Il primo carattere del nome vi dice a che tipo
di struttura dati si riferisce; il resto del nome indica il particolare
valore. Di solito questo nome E<egrave> un singolo I<identificatore>, ossia
una stringa che comincia con una lettera o un I<underscore> [il trattino
messo in basso "_", N.d.T.], e prosegue con lettere, underscore e
cifre numeriche. In alcuni casi potrebbe essere una concatenazione di
identificatori, separati da C<::> (o dal piE<ugrave> arcaico C<'>); tutti questi
identificatori, eccetto l'ultimo, sono interpretati come nomi di
I<package> [pacchetto, ma utilizziamo la parola inglese poichE<eacute> coincide
con la parola chiave di Perl, N.d.T.], per individuare lo spazio dei nomi
nei quali andare a cercare l'identificatore finale (consultate anche
L<perlmod/Packages> per maggiori dettagli). E<Egrave> possibile
sostituire, al posto di un semplice identificatore, un'espressione che
produca dinamicamente un riferimento al valore. Il tutto viene descritto
con maggior dettaglio piE<ugrave> avanti ed in L<perlref>.
X<identificatore>

Perl ha anche le sue variabili incorporate i cui nomi non seguono
queste regole. Queste variabili hanno nomi strani, per cui non c'E<egrave> il
rischio che vadano accidentalmente a collidere con una delle vostre
variabili. Le stringhe che corrispondono alle parti fra parentesi di
un'espressione regolare sono salvate con nomi che contengono solo
cifre numeriche dopo il carattere C<$> (consulate L<perlop> e L<perlre>).
In aggiunta, parecchie variabili speciali che danno accesso nella
sezione piE<ugrave> interna di Perl hanno nomi che contengono caratteri di
punteggiatura o di controllo. Tutte queste variabili sono documentate
in L<perlvar>.
X<variabile, incorporata>

I valori scalari hanno sempre nomi con C<$>, anche quando si
riferiscono ad uno scalare che fa parte di un array o di una hash. Il
simbolo C<$> lavora, semanticamente, come l'articolo determinativo "il",
nel senso che denota il fatto che ci si aspetta un singolo valore.
X<scalare>

    $giorni         # Il semplice valore scalare "giorni"
    $giorni[28]     # Il ventinovesimo elemento dell'array @giorni
    $giorni{'Feb'}  # Il valore 'Feb' dall'hash %giorni
    $#giorni        # L'ultimo indice dell'array @giorni

Interi array (e I<slice> [porzioni, N.d.T.] di array ed hash) sono
indicati con C<@>, che ha una funzione molto simile alle parole
italiane "questi" o "quelli", nel senso che indica che ci si aspettano
piE<ugrave> valori.
X<array>

    @giorni            # ($giorni[0], $giorni[1], ..., $giorni[n])
    @giorni[3, 4, 5]   # corrisponde a ($giorni[3], $giorni[4], $giorni[5])
    @giorni{'a', 'c'}  # corrisponde a ($giorni{'a'}, $giorni{'c'})

Le hash intere sono denotate da C<%>:
X<hash>

    %giorni    # ($chiave1, $valore1, $chiave2, $valore2, ...)

In aggiunta, le subroutine hanno nomi che iniziano con C<&>,
sebbene ciE<ograve> sia opzionale quando non dia adito ad ambiguitE<agrave>, esattamente
come la parola I<proprio> E<egrave> ridondante in italiano [quando usata
come rafforzativo, ad esempio in "sono proprio felice", N.d.T.].
Gli elementi della
tabella dei simboli possono essere richiamati con un C<*> iniziale, ma
questo non vi interessa ancora (o probabilmente non vi interesserE<agrave> mai :-).

Ciascun tipo di variabile ha il proprio spazio dei nomi, cosE<igrave> come
parecchi identificativi che non sono relativi a variabili. CiE<ograve> significa
che potete, senza temere di creare collisioni, utilizzare lo stesso
identico nome per una variabile scalare, per un array e per una hash e,
per quanto possa contare, per un I<filehandle>, per un I<handle> di
directory, per il nome di una I<sub>, di un formato o anche di
un'etichetta. CiE<ograve> implica che C<$tizio> e C<@tizio> sono due variabili
distinte, ed anche che C<$caio[1]> E<egrave> parte di C<@caio> ma non di C<$caio>.
Potrebbe sembrarvi un po' strano ma va bene cosE<igrave>, perchE<eacute> E<egrave> strano.
X<spazio dei nomi>

A causa del fatto che i nomi delle variabili iniziano sempre
con C<$>, C<@> o C<%>, le parole "riservate" non sono di fatto
proibite rispetto ai nomi di variabile. Esse I<sono> riservate
rispetto ad etichette e I<filehandle>, comunque, che non hanno
un carattere iniziale distintivo speciale. Non potete avere un
I<filehandle> chiamato "log", ad esempio. Suggerimento: potete
sempre utilizzare C<open(LOG, 'logfile)> piuttosto che
C<open(log, 'logfile')>. Utilizzare I<filehandle> tutti maiuscoli
migliora anche la leggibilitE<agrave> e vi protegge da possibili conflitti
con parole riservate introdotte in futuro. La differenza fra
maiuscole e minuscole I<E<egrave>> importante -- "SEMPRONIO", "Sempronio" e
"sempronio" sono tutti nomi differenti. I nomi che iniziano con una
lettera o un I<underscore> possono anche contenere cifre numeriche
e I<underscore>.
X<identificatore, sensibilita a maiuscole e minuscole>
X<maiuscole e minuscole>

E<Egrave> possibile rimpiazzare questi nomi alfanumerici con
un'espressione che restituisce un riferimento al tipo appropriato.
Per una descrizione vedete L<perlref>.

I nomi che iniziano con una cifra numerica possono contenere solo
altre cifre numeriche. I nomi che non cominciano con una lettera,
I<underscore>, cifra numerica o con un accento circonflesso (ossia,
un carattere di controllo) sono limitati ad un singolo carattere,
ad esempio C<$%> o C<$$>. (La maggior parte di questi nomi con
un singolo carattere hanno significati predefiniti in Perl. Ad
esempio, C<$$> E<egrave> l'identificativo del processo corrente).

=head2 Contesto
X<contesto> X<contesto scalare> X<contesto lista>

L'interpretazione di operazioni e valori in Perl a volte dipende
dai requisiti del contesto intorno all'operazione o al valore. Ci
sono due contesti principali: lista e scalare. Alcune operazioni
restituiscono liste in contesti che chiedono liste, e valori
scalari altrimenti. Se questo vale per un'operazione, questo fatto
sarE<agrave> menzionato nella relativa documentazione. In altre parole,
Perl sovraccarica alcune operazioni basandosi sul fatto che ci si
aspetti un valore singolare o plurale. Alcune parole in italiano
si comportano allo stesso modo, ad esempio "pesce" [che puE<ograve> essere
riferito ad una molteplicitE<agrave> - come in "oggi mangiamo pesce" -
o al singolo elemento - come in "Ho preso un pesce solo oggi"].

In modo del tutto reciproco, un'operazione fornisce un contesto scalare
o lista a ciascuno dei suoi argomenti. Ad esempio, se scrivete

    int( <STDIN> )

l'operazione "intero" fornisce un contesto scalare all'operatore
diamante <>, che dunque reagisce leggendo una singola riga da STDIN
restituendola all'operazione "intero", che troverE<agrave> infine il valore
intero di quella linea e lo restituirE<agrave> a sua volta. Se, d'altra
parte, scrivete

    sort( <STDIN> )

allora l'operazione C<sort> fornisce un contesto lista a <>, che
procederE<agrave> a leggere ogni linea disponibile fino alla fine del file,
restituendola a C<sort>. Questa funzione, a sua volta, ordinerE<agrave> tale
lista di righe e la restituirE<agrave> come lista, qualsiasi sia il contesto
in cui E<egrave> stata chiamata.

L'assegnazione E<egrave> un pochino speciale, nel senso che utilizza il
suo argomento a sinistra per determinare il contesto dell'argomento
di destra. L'assegnazione ad uno scalare valuta la parte a destra in
contesto scalare, mentre l'assegnazione ad un array o ad una hash
fa sE<igrave> che la parte destra sia valutata in contesto lista.
Anche l'assegnazione ad una lista (o I<slice>, che E<egrave> comunque una
lista) valutano la parte destra in contesto lista.

Quando utilizzate la direttiva C<use warnings> o l'opzione a linea
di comando B<-w>, potreste vedere degli avvertimenti riguardo l'uso
inutile ["useless use" nel messaggio, N.d.T.] di costanti o funzioni
in "contesto void" [letteralmente "vuoto", ma si preferisce lasciare
l'originale in inglese viste anche le similitudini con il tipo I<void>
disponibile in C. N.d.T.]. Il contesto void significa semplicemente che il
valore E<egrave> stato gettato via, come in un'istruzione che contiene solo
C<"fred";> o C<getpwuid(0);>. Conta comunque come contesto scalare
per funzioni che fanno distinzione fra l'essere chiamate o meno
in contesto lista.

Le funzioni definite da utente possono scegliere di comportarsi
differentemente se sono chiamate in contesto void, scalare o lista.
La maggior parte delle funzioni non avranno perE<ograve> bisogno di
preoccuparsene, poichE<eacute> sia scalari che liste sono automaticamente
interpolati in liste. Consultate L<perlfunc/wantarray> per sapere
come fare a stabilire dinamicamente in quale contesto E<egrave> stata chiamata
la vostra funzione.

=head2 Valori scalari
X<scalare> X<numero> X<stringa> X<riferimento>

Tutti i dati in Perl sono scalari, array di scalari, o hash di
scalari. Uno scalare puE<ograve> contenere un singolo valore di tre tipi
differenti: un numero, una stringa o un riferimento. In generale,
la conversione da una forma all'altra E<egrave> trasparente all'utente.
Sebbene uno scalare non possa contenere valori multipli, puE<ograve>
contenere un riferimento ad un array o ad una hash che, a loro
volta, possono contenere valori multipli.

Gli scalari non devono essere per forza una cosa o l'altra. Non
c'E<egrave> nessun posto dove dichiarare una variabile scalare come
"stringa", "numero", "riferimento" o qualsiasi altra cosa.
A causa della conversione automatica, le operazini che restituiscono
scalari non hanno bisogno di preoccuparsi (ed infatti non lo fanno)
se il chiamante sta aspettando una stringa, un numero o un riferimento.
Perl E<egrave> un linguaggio contestualmente polimorfico i cui scalari
possono essere stringhe, numeri o riferimenti (il che include
gli oggetti). Sebbene stringhe e numeri siano considerati piE<ugrave> o
meno la stessa cosa per quasi tutti gli scopi, i riferimenti
sono puntatori a tipizzazione forte e non modificabili, con
un meccanismo di conteggio dei riferimenti [I<reference-counting>,
N.d.T.] e chiamata dei distruttori.

Un valore scalare E<egrave> considerato VERO in senso booleano se non E<egrave>
la stringa I<nulla> o il numero 0 (ovvero il suo equivalente stringa
"0"). Il contesto booleano E<egrave> solo una variante speciale del contesto
scalare, dove non viene mai effettuata alcuna conversione verso una
stringa o un numero.
X<booleano> X<bool> X<vero> X<falso> X<verita>

Ci sono in realtE<agrave> due varietE<agrave> di stringhe I<nulle> (a volte
dette stringhe "vuote"), una definita ed una indefinita. La versione
definita E<egrave> solo una stringa che ha lunghezza nulla, come C<"">.
La versione indefinita E<egrave> quel valore che indica che non c'E<egrave> un vero
valore per qualcosa, come quando c'E<egrave> stato un errore, o alla fine
di un file, o quando vi riferite a variabili non inizializzate sia
scalari che parti di array o hash. Sebbene nelle version piE<ugrave> datate
di Perl uno scalare non definito potesse diventare definito al suo
primo utilizzo in un posto dove era atteso un valore definito,
questo non si ha piE<ugrave> eccetto per rari casi di autovivificazione
descritti in L<perlref>. Potete utilizzare l'operatore C<defined()>
per determinare se un valore scalare E<egrave> definito (la cosa non
ha significato su array o hash), e l'operatore C<undef()> per
produrre un valore indefinito.
X<definito> X<indefinito> X<undef> X<null> X<nullo> X<stringa, nullo>
X<stringa, nulla>

Per stabilire se una data stringa E<egrave> un valore numerico valido e non
nullo, E<egrave> di solito sufficiente confrontarlo sia con lo 0 numerico che
con lo "0" lessicale (sebbene questo causerE<agrave> un po' di rumore se
gli avvertimenti sono attivati). CiE<ograve> segue dal fatto che le stringhe
che non sono numeri contano come 0, tale e quale che in B<awk>:

   if ($str == 0 && $str ne "0") {
      warn "Non sembra essere un numero";
   }

Questo metodo potrebbe essere il migliore, perchE<eacute> altrimenti non
considererete notazioni IEEE come C<NaN> o C<Infinity> in maniera
appropriata. In altre occasioni potreste preferire determinare se
una stringa puE<ograve> essere utilizzata numericamente chiamando la funzione
C<POSIX::strtod()>, o controllandola con un'espressione regolare
(come documentato in L<perlre>):

    warn "ha caratteri non numerici" if     /\D/;
    warn "non un numero naturale"    unless /^\d+$/;           # rifiuta -3
    warn "non un numero intero"      unless /^-?\d+$/;         # rifiuta +3
    warn "non an numero intero"      unless /^[+-]?\d+$/;
    warn "non un numero decimale"    unless /^-?\d+\.?\d*$/;   # rifiuta .2
    warn "non un numero decimale"    unless /^-?(?:\d+(?:\.\d*)?|\.\d+)$/;
    warn "non un float C"
      unless /^([+-]?)(?=\d|\.\d)\d*(\.\d*)?([Ee]([+-]?\d+))?$/;

La lunghezza di un array E<egrave> un valore scalare. Potete trovare la
lunghezza dell'array utilizzando C<$#giorni>, come in B<csh>; ad
ogni modo, questa non E<egrave> la lunghezza dell'array, ma l'indice
corrispondente all'ultimo elemento, che E<egrave> un valore differente
poichE<eacute> usualmente c'E<egrave> un valore di indice 0. Assegnare a C<$#giorni>
cambia la lunghezza dell'array; accorciare un array in questo modo
distrugge i valori tagliati fuori, ed una successiva operazione
di allungamento non ripristinerE<agrave> i valori che si trovavano in
quegli elementi. (Era cosE<igrave> in Perl 4, ma questo comportamento E<egrave>
stato cambiato per essere sicuri che i distruttori venissero
chiamati quando ci si attendeva che lo fossero).
X<$#> X<array, lunghezza>

Potete anche guadagnare qualche minuscola frazione di efficienza
allungando un array in anticipo quando sapete che diventerE<agrave> grande.
Potete estendere un array anche assengando un valore ad un elemento
che si trova fuori dal bordo estremo dell'array. Potete troncare un
array assegandogli la lista nulla C<()>. Le seguenti istruzioni
sono equivalenti:

    @qualcosa  = ();
    $#qualcosa = -1;

Se valutate un array in contesto scalare viene restituita la
lunghezza dell'array. (Osservate che questo non E<egrave> vero nel caso
delle liste, che restituiscono l'ultimo valore, analogamente
all'operatore virgola del C. Non E<egrave> vero neanche nel caso delle
funzioni incorporate, che restituiscono quello che sembra loro
piE<ugrave> corretto). La seguente affermazione E<egrave> sempre vera:

    scalar(@qualcosa) == $#qualcosa - $[ + 1;

La versione 5 di Perl ha cambiato il significato di C<$[>: i file
che non impostano il valore di C<$[> non hanno piE<ugrave> bisogno di
preoccuparsi se un altro file ne ha alterato il valore. (In altre
parole, l'utilizzo di C<$[> E<egrave> scoraggiato). In generale potete
dunque assumere che
X<$[>

    scalar(@qualcosa) == $#qualcosa + 1;

Alcuni programmatori scelgono di utilizzare una conversione
esplicita per non lasciare spazio a dubbi:

    $numero_di_elementi = scalar(@qualcosa);

Se valutate una hash in contesto scalare viene restituito un
valore FALSO se l'hash E<egrave> vuota. Se esiste anche una sola coppia
chiave/valore, viene restituito un valore VERO; piE<ugrave> precisamente,
il valore restituito E<egrave> una stringa costituita dal numero di
caselle utilizzate ed il numero di caselle allocate, separate
da una sbarretta obliqua. Questo puE<ograve> essere utile solamente se
volete stabilire se l'algoritmo di hashing interno di Perl si
sta comportando bene o meno sul vostro insieme di dati. Ad
esempio, voi inserite 10.000 elementi in una hash, ma
valutando %HASH in contesto scalare restituisce C<"1/16"> che
significa che solo una di sedici caselle E<egrave> stata utilizzata, e
presumibilmente contiene tutti e 10.000 gli elementi. Si suppone
che questo non accada.
X<hash, contesto scalare> X<hash, casella> X<casella> X<bucket>

Potete prenotare spazio per una hash con un'assegnazione alla
funzione C<keys()>. Questa operazione arrotonda il numero di
caselle allocate alla potenza di 2 immediatamente superiore:

    keys(%utenti) = 1000;               # alloca 1024 caselle

=head2 Costruttori di valori scalari
X<scalare, letterale> X<scalare, costante>

I letterali numerici possono essere specificati in uno qualsiasi dei
seguenti formati interi o a virgola mobile:

    12345
    12345.67
    .23E-10             # un numero piuttosto piccolo
    3.14_15_92          # un numero molto importante
    4_294_967_296       # l'underscore aumenta la leggibilita`
    0xff                # esadecimale
    0xdead_beef         # piu` esadecimale
    0377                # ottale (solo cifre, inizia con 0)
    0b011011            # binario

E<Egrave> consentito utilizzare I<underscore> fra le cifre
nei letterali numerici per leggibilitE<agrave>. Potreste, ad esempio,
raggruppare le cifre binarie a tre a tre (come nell'impostazione
del modo dei file in stile Unix, ad esempio 0b110_100_100), o
a quattro a quattro (per rappresentare metE<agrave> di ottetti, come in
0b1010_0110), o in altri gruppi.
X<numero, letterale>

Le stringhe letterali sono usualmente delimitate da un apice
singolo o doppio. Entrambi lavorano molto similmente alle virgolette
nelle shell standard Unix: le stringhe letterali con virgolette
doppie sono soggette a sostituzione di I<backslash> e di
variabile; le stringhe con virgolette semplici non lo sono, invece,
(con le uniche eccezioni di C<\'> e C<\\>). Le usuali regole
in stile C per il I<backslash> si applicano per generare caratteri
speciali come a-capo, tabulazioni, ecc., cosE<igrave> come forme piE<ugrave> esotiche.
Consultate L<perlop/"Quote and Quote-like Operators"> per averne
una lista.
X<stringa, letterale>

Le rappresentazioni esadecimali, ottali o binarie in stringhe letterali
non sono automaticamente convertite alla loro rappresentazione
intera. Le funzioni C<hex()> e C<oct()> si occupano di queste
conversioni per conto vostro; consultate L<perlfunc/hex> e
L<perlfunc/oct> per maggiori ragguagli.

Potete anche includere a-capo direttamente nelle stringhe, ossia
queste possono terminare in una riga differente da quella in cui
iniziano. Questa E<egrave> una caratteristica apprezzabile, ma se vi
dimenticate le virgolette di chiusura l'errore non verrE<agrave> segnalato
finchE<eacute> Perl non trova un'altra riga contenente la virgoletta stessa,
che potrebbe essere molto piE<ugrave> in lE<agrave> nello script. La sostituzione di
variabili all'interno delle stringhe E<egrave> limitato alle variabili
scalari, agli array ed alle C<slice> di array o di hash. (In altre
parole, i nomi che cominciano con C<$> o C<@>, seguiti da
un'espressione fra parentesi facoltativa). Il seguente frammento
di codice stampa "Il prezzo ammonta a $100":
X<interpolazione>

    $Prezzo = '$100';                        # non interpolato
    print "Il prezzo ammonta a $Prezzo.\n";     # interpolato

Non esiste doppia interpolazione in Perl, dunque la parte C<$100>
viene lasciata cosE<igrave> com'E<egrave>.

In alcune shell potete racchiudere il nome della variabile in
parentesi graffe per eliminare ambiguitE<agrave> nel caso questo sia
seguito da altri caratteri alfanumerici (o I<underscore>). Siete
anche obbligati a farlo quando interpolate una variabile
all'interno di una stringa per separare il nome della variabile da
una successiva coppia di due-punti o da un apostrofo, poichE<eacute>
queste verrebbero altrimenti trattate come separatori di
I<package>:
X<interpolazione>

    $chi = "Larry";
    print PASSWD "${chi}::0:0:Superuser:/:/bin/perl\n";
    print "Diciamo ${chi}uccio per vezzeggiare '${chi}'no?.\n";

Senza le parentesi, Perl andrebbe a cercare la variabile C<$chiuccio>,
o C<$chi::0> o ancora C<$chi'no>. Queste ultime due risulterebbero
essere le variabili C<$0> e C<$no> nel I<package> C<chi>, che
presumibilmente non esiste.

Qualunque identificativo in tali parentesi graffe viene forzato
ad essere una stringa, cosE<igrave> come qualsiasi identificativo semplice
all'interno di un indice di hash. Nessuno dei due ha bisogno
di virgolette. Nel nostro esempio di prima, C<$giorni{'Feb'}> puE<ograve>
essere riscritto come C<$giorni{Feb}>, e le virgolette sarebbero
sottintese. D'altra parte, qualsiasi cosa piE<ugrave> complicata come
indice verrE<agrave> interpretata come espressione. Questo significa ad
esempio che C<$versione{2.0}++> E<egrave> equivalente a
C<$versione{2}++>, non a C<$versione{'2.0'}++>.

=head3 Stringhe di Versione
X<stringhe di versione>, X<vstring> X<v-string>

B<Nota>: l'uso delle Stringhe di Versione (I<v-string>) E<egrave> scoraggiato.
Non saranno disponibili dopo Perl 5.8, i vantaggi marginali dati
dalle I<v-string> erano facilmente messi in secondo piano da un intero
potenziale di Sorprese e Confusione.

Un letterale della forma C<v1.20.300.4000> E<egrave> interpretato come una
stringa composta da caratteri con gli ordinali specificati. Questa
forma, nota come I<v-string>, fornisce un modo alternativo e maggiormente
leggibile di costruire stringhe, piuttosto che utilizzare qualche
forma di interpolazione meno leggibile C<"\x{1}\x{14}\x{12c}\x{fa0}">.
Risulta utile per rappresentare stringhe Unicode, e per confrontare
"numeri di versione" utilizzando gli operatori di comparazione per
le stringhe, ossia C<cmp>, C<gt>, C<lt> ecc. Se ci sono due o piE<ugrave>
punti nel letterale la C<v> all'inizio puE<ograve> essere omessa.

  print v9786;              # stampa uno smiley codificato UTF-8 "\x{263a}"
  print v102.111.111;       # stampa "foo"
  print 102.111.111;        # uguale

Tali letterali sono accettati sia da C<require> che da C<use> per
effettuare il controllo delle versioni. La variabile speciale
C<^V> contiene anche la stringa di versione dell'interprete Perl
che sta eseguendo lo script; consultate L<perlvar/$^V>. Osservate
anche che utilizzare I<v-string> per indirizzi IPv4 non E<egrave> portabile
a meno che non utilizziate anche le funzioni C<inet_aton()> e
C<inet_ntoa()> del I<package> Socket.

Da notare che a partire da Perl 5.8.1 le I<v-string> a valore
singolo (come C<v65>) non sono piE<ugrave> considerate I<v-string> prima
di un operatore C<< => >> (che viene di solito utilizzato per
separare le chiavi di una hash dai valori), ma sono interpretate
come stringhe letterali ('v65'). Esse erano I<v-string> da
Perl 5.6.0 a Perl 5.8.0, ma questo causava piE<ugrave> confusione e
problemi che benefici. Le I<v-string> multinumeriche come
C<v65.66> e C<65.66.67> continuano ad essere sempre I<v-string>.

=head3 Letterali Speciali
X<letterali speciali> X<__END__> X<__DATA__> X<END> X<DATA>
X<end> X<data> X<^D> X<^Z>

I letterali __FILE__, __LINE__ e __PACKAGE__ sono speciali e
rappresentano nell'ordine il nome del file sorgente corrente, il
numero di riga ed il nome del I<package> nel particolare punto
del programma in cui vengono utilizzati. Possono essere utilizzati
solo come I<token> separati, non vengono interpolati all'interno
delle stringhe. Se non esiste un I<package> corrente (a causa
della mancanza della direttiva C<package>), __PACKAGE__ ha valore
C<undef>.
X<__FILE__> X<__LINE__> X<__PACKAGE__> X<line> X<file> X<package>

I due caratteri di controllo ^D e ^Z, insieme ai token __END__ e
__DATA__, possono essere utilizzati per indicicare la conclusione
logica dello script, prima della fine del file in cui E<egrave> contenuto.
Qualunque dato successivo viene ignorato.

Il testo successivo a __DATA__ puE<ograve> essere letto utilizzando il
I<filehandle> C<PACKNAME::DATA>, ove C<PACKNAME> E<egrave> il package
corrente al momento in cui viene incontrato il token __DATA__ stesso.
Il filehandle viene tenuto aperto e punta ai dati che seguono __DATA__;
E<egrave> responsabilitE<agrave> del programma chiudere questo filehandle quando ha
terminato le operazioni di lettura. Per compatibilitE<agrave> con script piE<ugrave>
vecchi, scritti prima dell'introduzione di __DATA__, __END__ si comporta
come __DATA__ nello script di livello piE<ugrave> elevato (ma non nei file
caricati con C<require> o C<do>), e mette a disposizione i contenuti
rimanenti attraverso il filehandle C<main::DATA>.

Consultate L<SelfLoader> per maggiori ragguagli su __DATA__ ed un
esempio di utilizzo. Osservate anche che non potete leggere dal
filehandle DATA in blocco BEGIN, poichE<eacute> questo viene eseguito non appena
viene incontrato (durante la compilazione), in un punto in cui il
corrispondente I<token> __DATA__ (o __END__) non E<egrave> stato ancora incontrato.

=head3 Bareword
X<bareword>

Una parola che non ha altra interpretazione nella grammatica Perl viene
considerata come se fosse una stringa con virgolette, e viene detta
"bareword" [parola nuda, N.d.T.]. Come per I<filehandle> ed etichette,
una I<bareword> formata unicamente da lettere minuscole rischia di
entrare in conflitto con possibili parole riservate del linguaggio
che verranno introdotte in futuro; se utilizzate la direttiva
C<use warnings> o l'opzione B<-w>, inoltre, Perl stamperE<agrave> un avviso
per ciascuna parola di questo tipo. Alcune persone vorrebbero bandire
del tutto le I<bareword>. Se dite

    use strict 'subs';

allora qualsiasi I<bareword> tale da NON venire interpretata come una
chiamata a funzione produce un errore di compilazione. Tale restrizione
continua fino alla fine del blocco contenente l'uso della direttiva suddetta;
in piE<ugrave>, un blocco piE<ugrave> interno puE<ograve> disabilitare tale comando utilizzando
C<no strict 'subs'>.

=head3 Delimitatore di Unione di Array
X<array, interpolazione> X<interpolazione, array> X<$">

Gli array e le slice sono interpolate, all'interno di stringhe racchiuse
da virgolette doppie, unendo gli elementi con il delimitatore specificato
nella variabile C<$"> (se state utilizzando C<use English> puE<ograve> essere
specificato anche come C<$LIST_SEPARATOR>), che risulta essere costituito
da un singolo spazio per default. I seguenti frammenti sono equivalenti:

    $temp = join($", @ARGV);
    system "echo $temp";

    system "echo @ARGV";

All'interno dei pattern di ricerca (che seguono le stesse regole di
sostituzione proprie delle virgolette doppie) c'E<egrave> spazio per una
sfortunata ambiguitE<agrave>: C</$pippo[pluto]/> va interpretata come
C</${pippo}[pluto]/> (ove C<[pluto]> E<egrave> una classe di caratteri per l'espressione
regolare) o come C<${pippo[pluto]}> (ove C<[pluto]> E<egrave> un indice nell'array
C<@pippo>)? Se C<@pippo> non esiste, allora indubbiamente ci troviamo di
fronte ad una classe di caratteri. Se C<@pippo> esiste, d'altra parte,
Perl cerca di tirare ad indovinare su come considerare C<[pluto]>, e nella
maggior parte delle volte E<egrave> corretto. Se perE<ograve> sbaglia, o siete giusto un
pizzico paranoici, potete forzare l'interpretazione da voi ritenuta
corretta utilizzando le parentesi graffe, come fatto in precedenza.

Se state cercando informazioni su come utilizzare here-document, che
si trovavano a questo punto di questa pagina del manuale, sappiate che
sono state spostate in L<perlop/Quote and Quote-like Operators> [Virgolette
ed Operatori Similari, N.d.T.].

=head2 Costruttori di Valori di Lista
X<lista>

I valori di una lista sono denotati separando i singoli valori utilizzando
delle virgole (e racchiudendo la lista fra parentesi, laddove le
regole di precedenza lo richiedano):

    (LISTA)

In un contesto in cui non viene richiesta una lista di valori, il valore
che risulta dalla lista E<egrave> semplicemente quello dell'elemento finale,
proprio come con l'operatore I<virgola> nel linguaggio C. Ad esempio:

    @pippo = ('cc', '-E', $pluto);

assegna l'intera lista all'array c<@pippo>, ma d'altra parte:

    $pippo = ('cc', '-E', $pluto);

assenga alla variabile scalare C<$pippo> il valore della variabile C<$pluto>.
Osservate che il valore di un array reale, valutato in contesto
scalare, si traduce nella lunghezza dell'array; il seguente frammento
assegna dunque il valore 3 alla variabile C<$pippo>:

    @pippo = ('cc', '-E', $pluto);
    $pippo = @pippo;                # $pippo viene posta a 3

Potete opzionalmente inserire una virgola prima della parentesi di
chiusura di una lista di letterali, ossia potete dire:

    @pippo = (
        1,
        2,
        3,
    );

Per utilizzare un here-document per assegnare valori agli elementi
di un array, una riga per elemento, potreste utilizzare l'approccio
che segue.

    @salse = <<Fine_Righe =~ m/(\S.*\S)/g;
        pomodoro normale
        pomodoro condito
        chili verde
        pesto
        vino bianco
    Fine_Righe

Le LISTE effettuano automaticamente l'interpolazione sulle sottoliste.
In poche parole, quando la LISTA viene valutata, ciascun elemento
componente viene valutato in contesto lista, e la lista totale che ne
consegue viene intepolata all'interno di LISTA come se quegli
elementi individuali fossero membri di LISTA. Per questo motivo, gli
array e le hash perdono la propria identitE<agrave> all'interno di una LIST; la
semplice lista:

    (@pippo, @pluto, &UnaFunzioneQualunque, %boh)

contiene tutti gli elementi di C<@pippo>, seguiti da tutti gli
elementi di C<@pluto>, seguiti da tutti gli elementi restituiti dalla
funzione chiamata UnaFunzioneQualunque, seguiti infine dalle coppie chiave/valore
dell'hash C<%boh>. Per generare un riferimento ad una lista che
I<NON> interpola consultate L<perlref>.

La lista vuota viene rappresentata da (). Interpolarla in una lista
non ha effetti. PerciE<ograve>, ((),(),()) E<egrave> equivalente a (). In modo
simile, interpolare un array senza elementi E<egrave> identico a pensare che
nessun array sia stato mai interpolato fino a questo punto.

L'interpolazione va a braccetto con il fatto che le parentesi di
apertura e chiusura sono opzionali (eccezion fatta per quando
tali parentesi sono necessarie per le regole di precedenza) e che le
liste possono essere provviste di una virgola opzionale a
denotare che la presenza di virgole ripetute nella lista costituiscono
una sintassi legale. La lista C<1,,3> risulta dalla concatenazione
di due liste, C<1,> e C<3>, la prima delle quali termina con la
virgola opzionale descritta. C<1,,3> E<egrave> in realtE<agrave> C<(1,),(3)> che a sua
volta corrisponde a C<1,3> (e similmente si ha che C<1,,,3> E<egrave>
equivalente a C(1,),(,),3>, che E<egrave> C<1,3>, e cosE<igrave> via. Ovviamente non
vi stiamo suggerendo di offuscare il codice utilizzando questa
caratteristica.

Un valore di tipo lista puE<ograve> anche essere indicizzato come un array normale;
dovete perE<ograve> inserire la lista fra parentesi per evitare ambiguitE<agrave>.
Ad esempio:

    # La funzione `stat' restituisce un valore lista
    $tempo = (stat($file))[8];

    # ERRORE DI SINTASSI NELLA RIGA CHE SEGUE
    $tempo = stat($file)[8];  # OOPS, HO DIMENTICATO LE PARENTESI

    # Trova una cifra esadecimale
    $cifra_esadecimale = ('a','b','c','d','e','f')[$cifra-10];

    # Un "operatore virgola" al contrario
    return (pop(@pippo),pop(@pippo))[0];

Si puE<ograve> effettuare un'assegnazione ad una lista solo quando ciascun
elemento della lista E<egrave> esso stesso un possibile valore legale
per il lato sinistro di una assegnazione:

    ($a, $b, $c) = (1, 2, 3);

    ($map{'rosso'}, $map{'blu'}, $map{'verde'}) = (0x00f, 0x0f0, 0xf00);

Un'eccezione a questa regola consiste nel fatto che potete assegnare
C<undef> ad una lista. Questo approccio E<egrave> utile quando si vogliono
ignorare alcuni risultati di una funzione.

    ($dev, $ino, undef, undef, $uid, $gid) = stat($file);

L'assegnazione di una lista in contesto scalare restituisce il numero
di elementi prodotti dall'espressione regolare posta alla destra
dell'operatore di assegnazione.

  $x = (($pippo,$pluto) = (3,2,1)); # imposta $x a 3, non a 2
  $x = (($pippo,$pluto) = f());     # imposta $x al conteggio di quanto
                                    # restituito da f()

CiE<ograve> E<egrave> comodo quando volete effettuare un'assegnazione di lista in contesto
Booleano, poichE<eacute> molte funzioni restituiscono la lista nulla
in uscita, che una volta assegnata produce 0, il quale a sua
volta viene interpretato come falso.

Questa proprietE<agrave> E<egrave> anche alla base di un utile idioma per eseguire una
funzione o per effettuare un'operazione in contesto lista, per poi
contare il numero di valori restituiti, assegnando il risultato ad una
lista vuota e poi utilizzando l'assegnazione in contesto scalare.
Ad esempio, il codice che segue:

    $conteggio = () = $testo =~ /\d+/g;

inserisce dentro C<$conteggio> il numero di gruppi di cifre numeriche trovate
in C<$testo>. Questo accade grazie al fatto che il I<pattern match>
avviene in contesto lista (dal momento che viene assegnato ad una
lista vuota), ragion per cui verrE<agrave> restituita una lista di tutte le parti
del testo che verificano l'espressione regolare. La successiva assegnazione
in contesto scalare tradurrE<agrave> tale lista nel numero degli elementi che
la compongono (in questo caso, il numero di volte che l'espressione
regolare E<egrave> stata verificata) ed imposterE<agrave> C<$conteggio>. Osservate che
usando semplicemente:

    $conteggio = $testo =~ /\d+/g;

non funzionerebbe, perchE<eacute> un I<pattern match> in contesto scalare
restituisce solo un valore vero o falso, invece che il numero di
confronti positivi.

L'ultimo elemento di un'assegnazione di lista puE<ograve> essere un array
o una hash:

    ($a, $b, @resto) = split;
    my($a, $b, %resto) = @_;

In realtE<agrave>, potete mettere un array o una hash ovunque nella lista, ma
il primo che viene incontrato farE<agrave> razzia di tutti i valori, e qualunque
altro elemento successivo assumerE<agrave> valore C<undef>. Potrebbe anche esservi
utile in un C<my()> o un C<local()>.

Una hash puE<ograve> essere inizializzata utilizzando una lista letterale
contenente coppie di elementi che verranno interpretate come chiave
e valore:

    # stessa assegnazione di map riportata in precedenza
    %map = ('rosso',0x00f,'blu',0x0f0,'verde',0xf00);

Mentre potete normalmente scambiare liste letterali e array, ciE<ograve> non E<egrave>
possibile nel caso delle hash. Solo perchE<eacute> potete indicizzare un valore
in una lista come un normale array non vuol dire che possiate
indicizzarlo come una hash. In maniera del tutto analoga, le hash
incluse all'interno di liste (ivi incluse le liste di parametri
e quelle restituite dalle funzioni) sono sempre I<appiattite> in
coppie chiave/valore. Questo E<egrave> un buon motivo per utilizzare i
riferimenti, a volte.

Spesso risulta piE<ugrave> leggibile utilizzare l'operatore C<< => >> fra le
coppie chiave/valore. Questo operatore E<egrave> sostanzialmente solo un
sinonimo visivamente piE<ugrave> efficace per l'operatore "virgola", ma ha
anche l'effetto di modificare l'operando alla sua sinistra per essere
interpretato come una stringa se E<egrave> una I<bareword> che risulterebbe essere
un semplice identificatore ammissibile (C<< => >> non mette virgolette
sugli identificatori compositi che contengono doppi due-punti). Questo
rende possibile inizializzare le hash in maniera simpatica:

    %map = (
                 rosso => 0x00f,
                 blu   => 0x0f0,
                 verde => 0xf00,
   );

o per iniziare riferimenti ad hash da utilizzare come I<record>:

    $rec = {
                strega => 'Mabella la Senza Pieta`',
                gatto  => 'Fuffi il feroce',
                data   => '10/31/1776',
    };

o per impostare parametri con nome per chiamare funzioni complicate:

   $campo = $query->radio_group(
               name      => 'nome_gruppo',
               values    => ['eenie','meenie','minie'],
               default   => 'meenie',
               linebreak => 'true',
               labels    => \%labels
   );

[Vari elementi sono nome, valori, valore_di_default, a_capo ed
etichette. Si E<egrave> preferito lasciare i nomi originali visto il chiaro
riferimento al modulo CGI di Lincoln D. Stein. N.d.T.]

Osservate che il fatto che la hash sia inizializzata in questo ordine
non significa che gli elementi verranno fuori nello stesso ordine. Consultate
L<perlfunc/sort> per avere esempi su come ottenere un'uscita ordinata.

=head2 Indicizzazione

Un array viene indicizzato specificando un segno di dollaro (C<$>),
seguito dal nome dell'array (senza la C<@> iniziale), seguito dall'indice
posto all'interno di parentesi quadre. Ad esempio:

    @mioarray = (5, 50, 500, 5000);
    print "L'elemento numero 2 contiene ", $mioarray[2], "\n";

Gli indici di un array iniziano da 0. Un indice negativo va a prendere
il valore corrispondente iniziando dalla fine. Nel nostro esempio,
C<$mioarray[-1]> corrisponde al valore 5000, e C<$mioarray[-2]> a 500.

Le indicizzazioni di una hash sono simili, solo che invece di parentesi
quadre occorre utilizzare parentesi graffe. Ad esempio:

    %scienziati =
    (
        "Newton" => "Isaac",
        "Einstein" => "Albert",
        "Darwin" => "Charles",
        "Feynman" => "Richard",
    );

    print "Il nome di Darwin e' ", $scienziati{"Darwin"}, "\n";

=head2 Slice
X<slice> X<array, slice> X<hash, slice>

Il metodo piE<ugrave> comune di accedere ad un array o ad una hash E<egrave> un
elemento alla volta. Potete indicizzare anche una lista per
prendere un singolo elemento.

    $chisono  = $ENV{"USER"};            # un elemento dalla hash
    $antenato = $ISA[0];                 # un elemento dall'array
    $dir      = (getpwnam("daemon"))[7]; # analogo, ma con la lista

Una slice accede a parecchi elementi di una lista, di un array o di
una hash contemporaneamente, utilizzando una lista di indici; risulta
piE<ugrave> conveniente che non scrivere gli elementi singoli come
lista di valori scalari separati.

    ($lui, $lei)   = @gente[0, -1];             # slice di array
    @loro          = @gente[0 .. 3];            # slice di array
    ($chi, $home)  = @ENV{"USER", "HOME"};      # slice di hash
    ($uid, $dir)   = (getpwnam("daemon"))[2, 7] # slice di lista

PoichE<eacute> potete effettuare assegnazioni a liste di variabili, potete anche
effettuarle ad una slice di array o hash:

    @giorni[3 .. 5] = qw/ Mer Gio Ven /;
    @colori{'rosso', 'blu', 'verde'}
                    = (0xff0000, 0x0000ff, 0x00ff00);
    @gente[0, -1]   = @gente[-1, 0];

Queste assegnazioni corrispondono esattamente a

    ($giorni[3], $giorni[4], $giorni[5]) = qw/ Mer Gio Ven /;
    ($colori{'rosso'}, $colori{'blu'}, $colori{'verde'})
                   = (0xff0000, 0x0000ff, 0x00ff00);
    ($gente[0], $gente[-1]) = ($gente[-1], $gente[0]);

PoichE<eacute> cambiare una slice cambia l'array o la hash originale dalla quale
proviene, un costrutto C<foreach> modificherE<agrave> alcuni, o anche tutti, i
valori dell'array o della hash.

    foreach (@array[ 4 .. 10 ]) { s/pietro/paolo/ }

    foreach (@hash{qw[ chiave1 chiave2 ]}) {
        s/^\s+//;           # elimina gli spazi iniziali
        s/\s+$//;           # elimina gli spazi finali
        s/(\w+)/\u\L$1/g;   # maiuscole ad inizio di ogni parola
    }

Una slice di una lista vuota E<egrave> ancora una lista vuota. PerciE<ograve>:

    @a = ()[1,0];           # @a non ha elementi
    @b = (@a)[0,1];         # @b non ha elementi
    @c = (0,1)[2,3];        # @c non ha elementi

Ma:

    @a = (1)[1,0];          # @a ha due elementi
    @b = (1,undef)[1,0,2];  # @b ha tre elementi

CiE<ograve> rende semplice scrivere cicli che si interrompono quando viene
restituita una lista nulla:

    while ( ($home, $utente) = (getpwent)[7,0]) {
        printf "%-8s %s\n", $utente, $home;
    }

Come abbiamo osservato in precedenza, l'assegnazione di una lista in
contesto scalare restituisce il numero di elementi di quanto si trova
alla destra dell'assegnazione. La lista vuota non ha elementi, per cui
quando il file delle password E<egrave> terminato il risultato E<egrave> 0 invece che 2.

Se siete un po' confusi sul perchE<eacute> dovete utilizzare una C<@> in una
slice di hash invece che C<%>, provate a pensarla cosE<igrave>: il tipo di
parentesi (quadre o graffe) indica se si sta guardando in un array o
in una hash. D'altra parte, il carattere iniziale (C<$> o C<@>) prima
del nome dell'array o della hash indica se volete ottenere un valore
singolare (ossia, uno scalare) o plurale (una lista).

=head2 Typeglob e Filehandle
X<typeglob> X<filehandle> X<*>

Perl utilizza un tipo interno detto I<typeglob> per contenere un intero
elemento della tabella dei simboli. Il prefisso di una typeglob E<egrave> un
carattere C<*>, perchE<eacute> rappresenta tutti i tipi. Questo era il sistema
preferito per passare array ed hash per riferimento in una funzione, ma
ora abbiamo riferimenti veri e propri, per cui se ne ha bisogno di rado.

L'utilizzo principale delle typeglob nel Perl moderno si ha nella
creazione di alias nella tabella dei simboli. Questa assegnazione:

    *questo = *quello;

rende C<$questo> un alias per C<$quello>, C<@questo> un alias per C<@quello>,
C<%questo> un alias per C<%quello>, C<&questo> un alias per C<&quello> e
cosE<igrave> via. E<Egrave> molto piE<ugrave> sicuro utilizzare un riferimento. Questa assegnazione:

    local *Qui::blu = \$Altrove::verde;

rende C<$Qui::blu> un alias temporaneo per C<$Altrove::verde>, ma non
rende C<@Qui::blu> un alias temporaneo per C<@Altrove::verde>, o
C<%Qui::blu> un alias temporaneo per C<%Altrove::verde> ecc. Consultate
L<perlmod/"Symbol Tables"> [Tabelle dei Simboli, N.d.T.]
per altri esempi. Per quanto possa sembrare
strano, questo meccanismo E<egrave> alla base di tutto il sistema di import/esport
dei moduli.

Un altro utilizzo per i typeglob E<egrave> per passare filehandle all'interno
di funzioni o per creare nuovi filehandle. Se avete bisogno di un
typeglob per salvare un filehandle, fatelo cosE<igrave>:

    $fh = *STDOUT;

o forse meglio con un riferimento reale, come:

    $fh = \*STDOUT;

Consultate L<perlsub> per altri esempi di utilizzo di questi riferimenti
come filehandle indiretti all'interno delle funzioni.

I typeglob sono anche un modo per creare un filehandle locale utilizzando
l'operatore C<local()>. Questi durano finchE<eacute> il loro blocco non si
chiude, ma possono essere restituiti. Ad esempio:

    sub nuova_open {
        my $percorso = shift;
        local  *FH;  # non my ma local!
        open   (FH, $percorso)          or  return undef;
        return *FH;
    }
    $fh = nuova_open('/etc/passwd');

Ora che abbiamo la notazione C<*pippo{COSA}>, i typeglob non sono piE<ugrave>
tanto utilizzati per la manipolazione di filehandle, sebbene siano ancora
necessari per passare handle di file o di directory nuovi di zecca dentro
o fuori dalle funzioni. CiE<ograve> dipende dal fatto che
C<*HANDLE{IO}> funziona solo se HANDLE E<egrave> stato giE<agrave> utilizzato
come handle. In altre parole, C<*FH>
deve essere utilizzato per creare un nuovo elemento nella tabella dei
simboli; C<*pippo{COSA}> non sa farlo. Quando siete in dubbio, utilizzate
C<*FH>.

Tutte le funzioni che sono in grado di creare filehandle (C<open()>,
C<opendir()>, C<pipe()>, C<socketpair()>, C<sysopen()>, C<socket()> e
C<accept()>) creano automaticamente un filehandle anonimo se
l'handle passato loro E<egrave> una variabile scalare non inizializzata. CiE<ograve>
consente di utilizzare costrutti come C<open(my $fh, ...)> e
C<open(local $fh, ...)> per creare filehandle che verranno comodamente
chiusi in automatico quando lo I<scope> termina, ammesso che non rimangano
altri riferimenti. CiE<ograve> elimina in larga parte la necessitE<agrave> di utilizzare
typeglob in fase di apertura di filehandle che devono essere passati
"in giro", come nell'esempio che segue:

    sub mia_open {
        open my $fh, "@_"
             or die "fallita chiamata a open() '@_': $!";
        return $fh;
    }

    {
        my $f = mia_open("</etc/motd");
        print <$f>;
        # $f viene chiusa implicitamente a questo punto
    }

Osservate che, se viene usata una variabile scalare inizializzata, il
risultato E<egrave> differente: C<my $fh = 'zzz'; open($fh, ...)> E<egrave>
equivalente a C<open( *{'zzz'}, ...)>. C<use strict 'refs'> proibisce
questa pratica.

Un altro modo per creare un filehandle anonimo si ha utilizzando
il modulo Symbol o con il modulo IO::Handle e la sua genia. Questi
moduli hanno il vantaggio di non nascondere tipi differenti con lo stesso
nome quando si usa C<local()>. Per un esempio, si veda in fondo a
L<perlfunc/open()>.

=head1 VEDETE ANCHE

Consultate L<perlvar> per una descrizione delle variabili predefinite
in Perl e per una discussione sui nomi ammissibili per le variabili.
Vedete L<perlref>, L<perlsub> e L<perlmod/"Symbol Tables">
[Tabelle dei Simboli, N.d.T.] per maggiori
ragguagli sui typeglob e la sintassi C<*pippo{COSA}>.

=head1 TRADUZIONE

=head2 Versione

La versione su cui si basa questa traduzione E<egrave> ottenibile con:

   perl -MPOD2::IT -e print_pod perldata

Per maggiori informazioni sul progetto di traduzione in italiano si veda
L<http://pod2it.sourceforge.net/>; .

=head2 Traduttore

Traduzione a cura di Flavio Poletti.

=head2 Revisore

Revisione a cura di dree.

=cut

Mon Jun 11 22:02:14 2012